300: Spartani contro Immortali.
Una delle vicende più note della Storia è la famosa battaglia delle Termopili.
Viene spesso citata come la classica dimostrazione della superiore efficacia in combattimento di un'unità militare bene addestrata ed equipaggiata.
Si decanta giustamente il coraggio degli Spartani, dimenticandosi ingiustamente degli altri Greci.
Lo scenario è conosciuto, anche se un po' idealizzato in chiave romantica:
un limitato contingente greco ha fermato un numero immenso di guerrieri dell'Impero Persiano.
I Greci erano forse 7000 (gli Spartani effettivamente 300), mentre non abbiamo notizie precise sull'esercito avversario... gli studiosi stimano 70 000 - 150 000 unità.
La resistenza fu possibile perché l'esercito invasore era costretto ad attraversare lo stretto e tortuoso passo delle Termopili, che non permette il dispiego massiccio di forze né l'uso della cavalleria.
I fanti persiani avevano archi deboli e piccoli scudi di legno (aspides): vennero facilmente massacrati.
Il Grande Re decise allora di mettere in campo gli Amrtaka, i famosi Immortali.
Alcuni libri di Storia e vari film non rendono giustizia a queste forze.
In realtà è possibile notare molte affinità fra Amrtaka e Oplita.
Lo Spartano veniva allenato dai 7 ai 20 anni.
L'Immortale dai 5 ai 20 anni.
Lo Spartano faceva parte di una casta guerriera selezionata.
L'Immortale era un corpo d'élite, selezionato fra milioni di guerrieri.
Sparta pubblicizzava al massimo il proprio duro allenamento per impressionare i nemici.
Anche l'Impero Persiano faceva uso della guerra psicologica, mantenendo fisso il numero degli Amrtaka, in modo che sembrassero effettivamente immortali.
Se lo Spartano andava in battaglia accompagnato da flautisti e da uno schiavo (ilota) che portava cibo,
l'Immortale era più viziato perché era accompagnato da animali da soma per il vettovagliamento e carri con concubine.
Indubbiamente il campo di battaglia era ideale per la difesa e le forze greche erano più ordinate... ma davvero si trattò sostanzialmente di spirito guerriero?
Non vorrei rovinare l'impeto romantico ed epico, ma -a mio avviso- pesò tantissimo anche la differenza tecnologica.
L'armamentario era molto, troppo diverso.
Al contrario di quel che molti pensano, ai tempi si combatteva quasi esclusivamente con le lance.
Quelle spartane erano molto più lunghe e dotate anche del saurotyr, un puntale usata come riserva quando la punta non era più utilizzabile.
Gli Immortali, sul capo distale avevano una decorazione dorata a forma di melagrana, usata come semplice contrappeso.
Una volta che le lance erano inutilizzabili (e solo in quel caso), si passava alle lame.
L'Oplita greco aveva una spada, l'Amrtaka un semplice pugnale.
La differenza più stridente era però nella difesa.
L'Immortale aveva il gerron, un enorme e ingombrante scudo di vimini e pelle.
Lo Spartano usava l'hoplon, uno scudo di circa un metro, di metallo.
Ancora più eclatante la disparità di armature:
mentre l'Immortale si affidava a una corazza di lino e feltro,
il Greco aveva gualothorax (armatura) e kranos (elmo) di bronzo.
Queste differenze erano -a mio avviso- decisive e aiutarono i Greci a difendere il passo... per tre giorni.
E' bene ricordare che alla fine la battaglia fu vinta dai Persiani, nonostante la disparità di perdite (stimate nell'ordine di 10 a 1).
Certamente ci fu il noto tradimento: le forze imperiali vennero messe a conoscenza di un passaggio secondario e accerchiarono gli avversari massacrandoli.
Pare che a compiere la rischiosa operazione di aggiramento in notturna furono proprio gli Immortali.
§M§