Intervista a Barrow.
Nel corso della Storia, il cammino della Cosmologia ha intrecciato quello della religione molto spesso.
Il filosofo medievale d'Oresme dceva che Dio si nascondeva oltre i confini dell'Universo.
Quasi tutte le religioni hanno un mito che provi a spiegare (simbolicamente o no) la creazione del Cosmo.
Oggi tendiamo a credere alla Teoria del Big Bang, che fu formulata dal sacerdote Lemaître e fortemente osteggiata dagli scienziati atei.
Nel 1972 Sir Templeton ha istituito il premio che porta il suo nome dove si premiano le persone che fanno progredire la religione con una somma superiore a quella donata ai vincitori del premio Nobel; buona parte dei vincitori sono scienziati che operano nel campo della Cosmologia.
Apriti cielo!
Alcuni scienziati atei hanno protestato ferocemente, capeggiati dal noto anti-cristiano, il poco credibile Dawkins.
Altri invece hanno vinto e accettato questo premio, mostrando che Scienza e religione non sono in contrasto: fra questi John Barrow, professore di Matematica applicata e Fisica teorica dell'Università di Cambridge.
<Professore, cosa pensa del Big Bang?>
"In un certo momento del passato, l'universo sembra aver avuto un inizio: un momento in cui la densità e la temperatura erano infinite. Non sappiamo se quell'inizio sia stato reale."
<Secondo lei l'Universo è finito o infinito?>
"Al di là del nostro orizzonte c'è senza dubbio parecchio universo, ma noi non l'abbiamo mai visto, né mai vedremo quasi tutta questa parte nascosta. Così, quando la gente mi chiede se l'universo abbia avuto un inizio, o se sia finito o infinito, dobbiamo tener presente di non poter mai rispondere a domande relative all'intero universo."
<Qualcuno critica gli scienziati che accettano il premio Templeton. Lei è fra questi...>
"Sir John Templeton amava la scienza perché c'era progresso. Credeva che la cosmologia si stesse occupando di questioni serie e importanti, cose che chiunque, a prescindere dal suo campo di lavoro -che fosse la filosofia, o la religione, o la teologia- avrebbe dovuto conoscere. Non si possono studiare quelle materie ignorando ciò che avviene nel resto della scienza."
<Cosa ne pensa del rapporto fra Scienza e Religione?>
"Una delle lezioni che le persone interessate al rapporto scienza-religione devono imparare è che dobbiamo dire quale scienza intendiamo, perché il rapporto varia profondamente a seconda dei casi.
La cosmologia e la fisica fondamentale ci portano in contatto con queste grandi domande per le quali sappiamo che non otterremo una risposta. Chi lavora in questi campi è abituato all'incertezza, a non sapere e, entro certi limiti, a vedere le ragioni per cui non sappiamo. Le persone che si dedicano alla fisica di laboratorio o alla biologia, come Dawkins, non sono invece abituate a quel genere di situazioni. Pensano che ogni problema sia risolvibile scomponendolo e analizzandolo."
<Quindi la Cosmologia -in un certo senso- è più difficile da affrontare?>
"La gente pensa sempre che lo studio dell'universo debba essere il problema più difficile. Nient'affatto: comprendere il cervello, per esempio, è molto più difficile, molto più complicato. In cosmologia le cose avvengono molto lentamente, ci si può avvicinare alla comprensione usando buone approssimazioni. Si può prendere una semplice soluzione simmetrica per poi iterarla. Con la società umana, questo è impossibile. Non c'è nessun modello semplice."
<Chissà cosa ne penserebbe Dawkins... Comunque nella Cosmologia ci sono parecchie domande che non avranno mai risposta...>
"Nella fisica fondamentale e in cosmologia, sappiamo che ci sono dei problemi che non saremo in grado di risolvere. Perché, innanzitutto, esistono leggi di natura? C'è poi la questione delle dimensioni dello spazio e del tempo. O il problema se esista o meno un multiverso. C'è stata una singolarità all'inizio di tutto? L'universo è infinito? Possiamo pensare molte domande che rimarranno senza risposta. Questo ci porta a vedere le cose in modo differente."
<Molti sostengono che la Scienza un giorno sarà in grado di rispondere a tutte le domande...>
"L'universo non è costruito per venire incontro ai nostri comodi. Non è un esercizio di filosofia della scienza. E' un peccato non riuscire ad accorgersi di queste cose. Di fatto, se tutte queste domande fondamentali dovessero trovare una risposta in ciò che stiamo facendo, sarei molto sospettoso: mi sembrerebbe qualcosa di anti copernicano. Quindi, ritengo che l fatto che non possiamo risolvere certi problemi, o che non possiamo ottenere i dati necessari, sia un aspetto copernicano delle cose."
<Quanto è parziale la nostra conoscenza dell'Universo?>
"La maggior parte dell'astronomia si basa sull'osservazione di cose che brillano nel buio: le stelle nelle galassie remote, la cosiddetta materia luminosa. solo il 5 per cento dell'universo è composto di quella materia ordinaria da cui siamo fatti noi e le stelle luminose. La materia luminosa ci dà un quadro alquanto parziale della situazione: parla dei luoghi dell'universo dove la densità diventa tale da permettere l'innesco delle reazioni nucleari che producono la luminosità."
<Tutta la Scienza è segnata da un pregiudizio a favore delle parti che hanno un impatto sui nostri sensi: ancora oggi c'è chi pensa che ciò che non viene notato da essi è come se non esistesse...>
"Se viveste su un pianeta perennemente coperto dalle nubi -il pianeta Manchester, diciamo- non ci sarebbe l'astronomia. D'altro canto, però, imparereste un sacco di cose sulla meteorologia."
<Come mai la Cosmologia ha un rapporto così stretto con la Teologia?>
"Una delle cose che differenziano i cosmologi è che gli scienziati sono abituati a fare esperimenti, a testare le teorie. Sull'universo, però, non si possono fare esperimenti. Bisogna prenderlo così com'è."
<Domanda provocatoria: secondo Popper, la Scienza procede per falsificazioni: ciò che non è falsificabile, non è scientifico.
Se in Cosmologia non si possono fare esperimenti, vuol dire che non va considerata Scienza?>
"La filosofia della scienza di Popper è incredibilmente ingenua. In astronomia non funziona, perché quando facciamo le nostre osservazioni non sappiamo se sono state effettuate in modo corretto. Così, la nostra predizione potrebbe essere stata falsificata soltanto perché nell'esperimento qualcosa è stato fatto male ; o , cosa più probabile, perché una qualche forma di pregiudizio ha inficiato la raccolta dei dati."
<Una situazione ancora meno solida quindi. Qualcosa potrebbe cambiare le carte i tavola?>
"Il punto di riferimento chiave in tutte queste domande ultime che potrebbe davvero cambiare le cose , in un modo impossibile da raggiungere fermandoci solo alle nostre riflessioni, sarebbe prendere contatto con una civiltà extraterrestre avanzata evolutasi in modo indipendente e vedere cosa sono giunti a pensare a proposito di questi interrogativi. Hanno trovato utili i nostri stessi concetti matematici? Hanno fatto fisica come noi? Definiscono le costanti fondamentali in modi a noi comprensibili? Che cosa pensano di queste domande ultime? Ora, questo sarebbe un punto di riferimento di importanza insuperabile, la ragione principale per prendere contatto con gli extraterrestri."
<Quindi un incontro di questo tipo sarebbe estremamente positivo...>
"Dal punto di vista scientifico sarebbe un disastro. Se entrassimo in contatto con una civiltà molto avanzata in possesso delle risposte a tutte le domande che ci siamo mai posti, per noi i giochi sarebbero chiusi. Non avremmo più alcuna ragione di fare scienza. Sarebbe come guardare in fondo al libro e trovare tutte le risposte."
<Non sarebbe curioso?>
"Penso che sarebbe un disastro."
<Ci sono però domande senza risposte. Neppure gli extraterrestri potrebbero rispondere a tutto, non crede?>
"La brutta notizia è che in cosmologia ci sono degli inconoscibili che non conosciamo come tali: cose che non arriveremo mai a conoscere, benché sospettiamo di poter sapere della loro esistenza."
<Davanti all'inconoscibile, si tende ad essere agnostici. Lei è agnostico? Ateo? Deista?>
"Cristiano, in realtà."
In realtà ha senso.
Persino il successore di Dawkins (ben più intelligente di lui, a mio avviso), Du Sautoy, concorda:
"Non credo che l'unica risposta logica a una questione irrisolvibile consista nel non prendere posizione.
La nostra FEDE in una possibile risposta a una questione inconoscibile può avere un impatto sulla nostra condotta."
§M§