Contro la donazione di organi.
Qualcuno, leggendo questo titolo, avrà provato una forte indignazione.
Ne sono perfettamente conscio: trattare questo tema non è facile perché ci si scontra con un muro di buoni sentimenti, ma usare il cuore senza il cervello porta solo danni.
Cerchiamo dunque di capire come mai arrivo a essere contrario a una pratica tanto nobile.
Premetto immediatamente che non si tratta di una scelta religiosa o di un disagio personale.
Sono fermamente convinto che chi dona gli organi sia una persona nobile e che il gesto in sé sia dettato dalle migliori intenzioni.
Bisogna però analizzare la situazione.
Oggi come oggi, il trapianto di organi deve affrontare diversi problemi.
Il primo è il rigetto.
Non siamo tutti uguali e questo porta a problemi di compatibilità.
Ciò rende più difficoltosa la scelta e concorre a creare un altro intoppo: i tempi di attesa.
Tematica tristemente nota.
Questi due problemi insieme hanno portato all'innalzamento dei prezzi, oggi davvero proibitivi.
I prezzi non solo rendono i trapianti difficoltosi per la classe povera, ma hanno anche ingolosito i criminali.
Il traffico di organi è una realtà.
Purtroppo avere una visione globale e precisa è quasi impossibile, ma si stima che il 5-10% dei trapianti sia illegale:
5 900-11 800 su 118 000, secondo uno studio del UNHCR/Global Financial Integrity.
Si parla di un giro di affari che potrebbe arrivare a 1 400 000 000 $ ogni anno.
Da dove arrivano questi organi?
Sostanzialmente esistono due vie.
La prima è l'espianto volontario.
Personaggi senza scrupoli vanno da persone povere (spesso bambini) promettendo loro cifre irrisorie (spesso intorno ai 1000 $) in cambio di un rene che viene rivenduto a cifre molto più alte (intorno ai 15 000 $).
I donatori vengono operati sul posto, in modo raffazzonato e nessuno si cura della loro eventuale sopravvivenza.
Nepal e Kosovo sono paesi dove questa pratica è piuttosto diffusa.
Ancora peggiore è la seconda via:
espianto post mortem.
Le persone vengono rapite e viene richiesto un riscatto, minacciando di espiantare gli organi alla vittima.
Il problema è che il traffico di organi è molto più redditizio del rapimento, nei paesi africani:
in Sudan il valore medio dei riscatti è intorno ai 5 000 $, a Khartoum si arriva a 14 000 $.
Questo porta i carnefici a uccidere la vittima, anche se il riscatto viene pagato.
Il paese più colpito da questo orrore era l'Egitto.
Come avviene?
Esistono furgoncini con attrezzature mediche, atti all'uso.
Alla vittima vengono espiantati reni, cornee, fegato, polmoni e/o cuore.
Se qualcuno viene privato solo di un organo non vitale, viene ricucito e abbandonato, senza curarsi della sua sorte.
I cadaveri vengono nascosti sotto la sabbia.
Dopo che le autorità egiziane si sono mosse per contrastare il fenomeno, queste pratiche sono state esportate in Libia.
Non si pensi però che il problema non tocchi l'Occidente.
Talvolta i migranti arrivano a vendere un rene per poter pagare gli scafisti.
Persino in Italia ci sono stati casi di migranti storditi da una blanda anestesia e poi operati contro il loro volere.
Ci sono già stati 38 arresti sul suolo italiano.
Quale la soluzione?
Indubbiamente bisogna combattere il fenomeno e vigilare, ma esiste anche un'altra possibilità:
investire nella ricerca!
Oggi come oggi, esiste già un'ampia gamma di organi artificiali.
Possiamo avere macchinari efficaci che non danno problemi di rigetto.
Non solo: con il giusto finanziamento, potrebbero essere prodotti in serie, col crollo dei prezzi e il totale annientamento del traffico illegale.
Purtroppo verrebbe a mancare un giro di denaro (legale e illegale) che fa gola a molti.
Molte persone che donano gli organi in buona fede sono solo galline dalle uova d'oro per alcuni ignobili affaristi.
Rimane il discorso più recente delle cellule staminali.
Che dire?
Se è possibile salvare delle vite, senza sacrificarne delle altre, l'approvazione è ovvia.
Rimane un monito: gli embrioni sono esseri umani esattamente quanto gli adulti, quindi bisogna prendere in considerazione questa limitazione.
Troppo spesso si usa il cuore per fare del bene.
Giusto e ammirevole, talvolta anche eroico.
Bisogna tuttavia impegnarsi e studiare a fondo tutte le implicazioni del nostro agire.
La realtà è molto più complicata di quel che non possa sembrare.
Lungimiranza è la mia parola preferita.
"Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo"
[The Butterfly Effect]
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