Questa è Scienza?
Ogni modello teorico ha una propria struttura che ci permette di capire -tra le altre cose- quali domande si possono porre nell'ambito della teoria.
Newton e Galilei proponevano una struttura concreta, tangibile, legata in qualche modo all'esperienza.
La fisica newtoniana parla di posizione e velocità di oggetti che possiamo vedere.
Una moltitudine di osservazioni ci conferma la validità delle equazioni di questa struttura nel descrivere la realtà.
Credo a ciò che vedo!
Molti -un po' per ignoranza , un po' per poesia- pensano ancora oggi che tutta la Scienza segua questo motto.
Non è esattamente così.
Una prima piccola complicazione venne introdotta da Maxwell: noi non possiamo vedere i campi elettrici e magnetici.
E' necessaria una dose di astrazione.
Certo noi possiamo vedere la "luce" (onde elettromagnetiche la cui lunghezza d'onda cade nell'intervallo percepibile dai nostri occhi), ma non i campi ondulatori presupposti dalla teoria.
Come possiamo essere certi di essere praticamente immersi in un oceano di campi elettromagnetici?
Costruendo macchinari che misurano tali vibrazioni... ma non solo!
Il grande numero di conferme alle previsioni della teoria costituiscono una grande prova.
Credo a ciò che posso vedere con gli strumenti...
Le cose si complicano notevolmente nel '900.
La Scienza deve -sempre più- fare i conti con alcune caratteristiche inacessibili.
La relatività ristretta unisce lo spazio al tempo e Einstein -con la relatività generale- li rende... "malleabili".
Possiamo dire veramente di percepire lo spazio-tempo?
Ancor peggio, lo spazio-tempo curvo?
No, non possiamo.
Gli ingredienti fondamentali di queste nuove strutture sono evanescenti e al di fuori della nostra percezione.
Come approvare dunque queste teorie?
Accettandole, possiamo fare delle previsioni su dei fenomeni che possiamo misurare!
Queste previsioni sono decisamente precise.
Alcuni storeceranno il naso pensando a Nostradamus, ma il motto diventa: credo a ciò che posso prevedere e -in seguito- misurare.
Ormai da più di un secolo il vecchio "credo a ciò che vedo" non è più lo spirito della Scienza.
Il livello di Fede (che non manca mai) comincia ad aumentare.
Un durissimo colpo all'accessibilità viene inferto dalla meccanica quantistica.
A metà degli anni Venti del XX secolo, Schrödinger scopre un'equazione che governa le onde di probabilità...
Tali onde però rimangono totalmente e permanentemente inosservabili.
La mente umana ha trovato uno scoglio davvero alto.
Possiamo prevedere solo la probabilità, ma con un buon successo.
A questo punto la Scienza è chiamata a credere a ciò che non vede.
Il successo di una teoria può essere usata a posteriori come giustificazione della sua struttura, anche se questa rimane inacessibile.
La Scienza deve dunque fare continuamente i conti con l'inaccessibilità: non osserveremo mai l'interno di un buco nero o ciò che è al di là del nostro orizzonte cosmico (escludendo inaspettate e rivoluzionarie scoperte).
Noi non abbiamo mai osservato e mai potremo osservare (o anche solo percepire) gli oggetti che sono sempre stati al di là del nostro orizzonte cosmico... eppure possiamo dire che questi oggetti -quasi sicuramente- sono reali e tangibili.
Perché?
L'Universo si espande, lo sappiamo...
Esistono oggetti che un tempo erano osservabili e ora non più perché si sono allontanati troppo: non possiamo percepirli in alcun modo, ma possiamo dire che esistono.
Riassumendo, possiamo dire che la Scienza non si fonda sulle osservazioni dirette: lavora costantemente con l'inaccessibile.
Si può avere Fede in una teoria anche senza che vi siano delle caratteristiche verificabili: basta che formuli delle previsioni verificabili su un gran numero di fenomeni (questi sì!) osservabili.
Oggi ci sono nuove sfide (Multiverso, Teoria delle stringhe...) che non ci permettono di raccogliere prove convincenti.
Possiamo fare riferimento a tali teorie?
Se vogliamo evitare pregiudizi non scientifici, sì.
Questa è Scienza?
Dico di sì, ma bisogna stare attenti a non sconfinare.
Molti scienziati oggi spendono tutta la loro vita a immaginare scenari legati a qualche teoria non provata, senza fare nulla per provarla.
Questa è solo Fede.
Certo, una porzione di Fede è sempre e comunque ineliminabile dalla Scienza (con grande dolore degli atei scientisti), ma bisogna saper distinguere.
Siamo giunti quindi a scoprire un aspetto fondamentale della Scienza, il suo lato più vivo e pulsante, il suo cuore...
La Scienza è -e sarà sempre- possibilista.
§M§
Newton e Galilei proponevano una struttura concreta, tangibile, legata in qualche modo all'esperienza.
La fisica newtoniana parla di posizione e velocità di oggetti che possiamo vedere.
Una moltitudine di osservazioni ci conferma la validità delle equazioni di questa struttura nel descrivere la realtà.
Credo a ciò che vedo!
Molti -un po' per ignoranza , un po' per poesia- pensano ancora oggi che tutta la Scienza segua questo motto.
Non è esattamente così.
Una prima piccola complicazione venne introdotta da Maxwell: noi non possiamo vedere i campi elettrici e magnetici.
E' necessaria una dose di astrazione.
Certo noi possiamo vedere la "luce" (onde elettromagnetiche la cui lunghezza d'onda cade nell'intervallo percepibile dai nostri occhi), ma non i campi ondulatori presupposti dalla teoria.
Come possiamo essere certi di essere praticamente immersi in un oceano di campi elettromagnetici?
Costruendo macchinari che misurano tali vibrazioni... ma non solo!
Il grande numero di conferme alle previsioni della teoria costituiscono una grande prova.
Credo a ciò che posso vedere con gli strumenti...
Le cose si complicano notevolmente nel '900.
La Scienza deve -sempre più- fare i conti con alcune caratteristiche inacessibili.
La relatività ristretta unisce lo spazio al tempo e Einstein -con la relatività generale- li rende... "malleabili".
Possiamo dire veramente di percepire lo spazio-tempo?
Ancor peggio, lo spazio-tempo curvo?
No, non possiamo.
Gli ingredienti fondamentali di queste nuove strutture sono evanescenti e al di fuori della nostra percezione.
Come approvare dunque queste teorie?
Accettandole, possiamo fare delle previsioni su dei fenomeni che possiamo misurare!
Queste previsioni sono decisamente precise.
Alcuni storeceranno il naso pensando a Nostradamus, ma il motto diventa: credo a ciò che posso prevedere e -in seguito- misurare.
Ormai da più di un secolo il vecchio "credo a ciò che vedo" non è più lo spirito della Scienza.
Il livello di Fede (che non manca mai) comincia ad aumentare.
Un durissimo colpo all'accessibilità viene inferto dalla meccanica quantistica.
A metà degli anni Venti del XX secolo, Schrödinger scopre un'equazione che governa le onde di probabilità...
Tali onde però rimangono totalmente e permanentemente inosservabili.
La mente umana ha trovato uno scoglio davvero alto.
Possiamo prevedere solo la probabilità, ma con un buon successo.
A questo punto la Scienza è chiamata a credere a ciò che non vede.
Il successo di una teoria può essere usata a posteriori come giustificazione della sua struttura, anche se questa rimane inacessibile.
La Scienza deve dunque fare continuamente i conti con l'inaccessibilità: non osserveremo mai l'interno di un buco nero o ciò che è al di là del nostro orizzonte cosmico (escludendo inaspettate e rivoluzionarie scoperte).
Noi non abbiamo mai osservato e mai potremo osservare (o anche solo percepire) gli oggetti che sono sempre stati al di là del nostro orizzonte cosmico... eppure possiamo dire che questi oggetti -quasi sicuramente- sono reali e tangibili.
Perché?
L'Universo si espande, lo sappiamo...
Esistono oggetti che un tempo erano osservabili e ora non più perché si sono allontanati troppo: non possiamo percepirli in alcun modo, ma possiamo dire che esistono.
Riassumendo, possiamo dire che la Scienza non si fonda sulle osservazioni dirette: lavora costantemente con l'inaccessibile.
Si può avere Fede in una teoria anche senza che vi siano delle caratteristiche verificabili: basta che formuli delle previsioni verificabili su un gran numero di fenomeni (questi sì!) osservabili.
Oggi ci sono nuove sfide (Multiverso, Teoria delle stringhe...) che non ci permettono di raccogliere prove convincenti.
Possiamo fare riferimento a tali teorie?
Se vogliamo evitare pregiudizi non scientifici, sì.
Questa è Scienza?
Dico di sì, ma bisogna stare attenti a non sconfinare.
Molti scienziati oggi spendono tutta la loro vita a immaginare scenari legati a qualche teoria non provata, senza fare nulla per provarla.
Questa è solo Fede.
Certo, una porzione di Fede è sempre e comunque ineliminabile dalla Scienza (con grande dolore degli atei scientisti), ma bisogna saper distinguere.
Siamo giunti quindi a scoprire un aspetto fondamentale della Scienza, il suo lato più vivo e pulsante, il suo cuore...
La Scienza è -e sarà sempre- possibilista.
§M§