La cura per la pedofilia? Il sacerdozio!
"Il Marchese è impazzito!"
Molti di voi avranno pensato questo, dopo aver letto il titolo di questa nota.
Posso capire lo sgomento derivante da queste parole perché oggi c'è una intensa campagna mediatica volta a condannare ed evidenziare i casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica.
Perché mai allora ho fatto un'affermazione così forte?
In questa tempesta ideologica, bisogna cercare uno scoglio di oggettività, quindi lasciate che io mi appoggi alla mia adorata Matematica.
Prima, però, è giusto che io faccia una premessa, per quanto scontata.
Condanno fermamente ogni caso di pedofilia, in modo ancor più severo quelli che vedono come colpevole un religioso.
Ebbene sì: io credo senza dubbio che un ruolo legato al sacro sia da considerare come aggravante in questi casi perché un sacerdote pedofilo non è solo un criminale, ma anche un ipocrita e un empio.
C'è da dire che Papa Benedetto XVI raddoppiò le pene, rendendo il Vaticano -almeno sulla carta- il paese con le norme contro la pedofilia più severe al mondo.
Sappiamo però che l'applicazione non è sempre all'altezza della teoria.
Detto questo, quale è la reale estensione del fenomeno?
Non è facile dirlo.
Secondo i vari rapporti del CENSIS, i casi di pedofilia imputabili ai preti rappresenterebbero lo 0,07% del totale.
Altre fonti arrivano a 1,2%.
Percentuali irrisorie, ma come mai questa forbice?
Principalmente per una errata descrizione della parola pedofilia: se propriamente si intende l'attrazione sessuale per individui pre-puberi (bambini e infanti), spesso il popolo tende invece a includere, fra le vittime, tutti i minorenni.
In realtà l'efebofilia (interesse sessuale primario di un adulto nei riguardi della medio-tarda adolescenza) non è considerata patologica e -in Italia- non rappresenta un crimine: l'età del consenso nel nostro paese è fissata a 14 anni.
Certamente questo solleva dubbi morali, ma per ora vorrei analizzare la cosa solo dal punto di vista matematico, perché di gran lunga più oggettivo.
Scopriamo dunque che il 78,2% delle accuse rivolte ai preti "pedofili" si riferisce a casi su minorenni che hanno superato la pubertà.
Questo crea confusione nelle statistiche.
Non solo!
E' importante considerare che solo il 5% dei preti accusati viene effettivamente condannato (dato confermato dal CESNUR).
Anche prendendo in considerazione azioni torbide, risulta chiaro che molte condanne sono false.
Un ulteriore esempio ci viene dagli studi del sociologo Philip Jenkins, convalidati da ADUC.
I sacerdoti accusati di effettiva pedofilia negli Stati Uniti d'America sono 958 in 42 anni, meno di 23 all'anno.
Di questi, solo 54 sono stati condannati: poco più di 1 all'anno.
Il numero di condanne penali di sacerdoti e religiosi in altre nazioni è simile a quello degli USA, anche se per nessun paese si dispone di uno studio completo come quello del John Jay College, utilizzato da Jenkins.
Come mai, allora, si parla così tanto del rapporto -in realtà debole- fra pedofilia e Chiesa cattolica?
Panico morale.
I panici morali sono stati definiti come problemi socialmente costruiti, caratterizzati da una amplificazione sistematica dei dati reali, sia nella rappresentazione mediatica, sia nella discussione politica.
A che pro?
Distrarre il popolo dai problemi reali e/o attaccare un avversario.
La Chiesa è ricca e questo fa gola a tanti.
Sfortunatamente gli oppositori non sono dei campioni di lungimiranza e non capiscono che la Chiesa ha un'azione ordinatrice utile per tutti, anche per i non cristiani.
Sia come sia, viviamo in un'epoca dove il Q.I. è calato parecchio e dove poca gente ha una reale voglia di informarsi: questo è un gran problema.
Qualcuno ha provato a cercare le cause di questa -in realtà debole- correlazione fra Chiesa e pedofilia.
Forse i sacerdoti sono più tentati perché non possono sposarsi?
E' nuovamente Jenkins a demolire questa idea.
Secondo i suoi dati, la presenza di pedofili è da 2 a 10 volte più alta tra i pastori (rispetto ai preti cattolici).
Il dato varia a seconda delle denominazioni protestanti prese in considerazione.
Quindi pare che la vena tradizionalista della Chiesa cattolica sia -in questo caso- benefica.
Ho già spiegato la reale motivazione degli attacchi indirizzati, in modo così preciso, al Vaticano.
Quale potrebbe essere allora la motivazione, la reale causa della pedofilia nel clero?
Esiste forse un dato che la società non vuole e non può diffondere?
Timidamente papa Francesco lo accenna: l'omosessualità.
Intendiamoci: nonostante per millenni le due cose siano state viste come equivalenti, oggi sappiamo che omosessualità e pedofilia sono distinte.
Esiste però una correlazione?
Tema scottante, quindi rifugiamoci di nuovo nell'abbraccio rassicurante della Matematica.
Secondo le varie fonti, circa la metà dei preti cattolici sarebbe omosessuale.
Questo è totalmente incompatibile con la dottrina cristiana (come evidenziato nell'Antico Testamento, nel Nuovo Testamento, nella Patristica, negli scritti dei santi...), ma non divaghiamo.
Analizzando i dati delle fonti prima riportate, scopriamo che circa 81% delle vittime è di sesso maschile.
Se consideriamo i preti pedofili effettivamente condannati, la percentuale di omosessuali sale al 90%.
Nessuno stupore dunque che papa Francesco voglia vietare ai gay di diventare sacerdoti!
In questo modo la piaga della pedofilia nella Chiesa sarebbe praticamente sconfitta.
Esiste però un dato ancora più controverso che vorrei far notare.
Un calcolo così antipatico che attirerà su di me l'odio dei benpensanti e lo sgomento dei cattolici (che si troveranno di fronte a una scelta davvero difficile).
Secondo i dati più gay-friendly possibile, i casi di pedofilia imputabili a omosessuali nella società moderna sono circa il 30%.
Altre fonti forniscono percentuali assai più elevate: minori. it è l'unica a riportare tutti i casi di violenza pedofila e il 99% ha componente omosessuale.
Tuttavia -come già detto- voglio essere possibilista e usare i dati il più possibile benevoli.
30% dunque.
Sappiamo però che i gay rappresentano solo il 2% della popolazione.
Ragioniamo.
Il 2% della popolazione commette il 30% dei reati legati alla pedofilia?
Se non esistesse una predisposizione, il 2% dovrebbe commettere il 2% di atti.
Abbiamo un dato 15 volte superiore a quello che potremmo aspettarci (circa 20 volte superiore, se consideriamo anche che gli etero sono meno colpevoli del previsto).
Questa brutta sorpresa è riscontrabile anche nel caso specifico dei preti?
Solo in parte.
Il 50% dei sacerdoti è omosessuale, 81% dei casi di pedofilia è imputabile a omosessuali.
Un dato 1,62 volte superiore a quello che potremmo aspettarci (circa 4 volte superiore, se consideriamo anche che gli etero sono meno colpevoli del previsto).
Risultato?
Gli omosessuali che decidono di diventare sacerdoti risultano meno legati alla pedofilia (correlazioni: 1,62-15; 4-20 se consideriamo il dato in rapporto all'aspettativa riguardante gli etero).
I gay che diventano preti sono 5-9 volte meno legati alla pedofilia.
Forse anche per questo decidono di entrare nella Chiesa: il legame con Dio viene usato per combattere questi tremendi impulsi.
Bisogna dunque supportare queste persone o sarebbe preferibile allontanare i gay dai seminari?
Una cosa è certa: i colpevoli vanno puniti.
§M§