La matematica dell'8x1000.
Si fa un grande parlare dell' 8xmille.
Di cosa si tratta?
E' una quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF che lo Stato distribuisce fra se stesso e varie confessioni religiose, a seconda della preferenza espressa dai cittadini.
Molti guardano con antipatia l'idea di dover dare dei soldi alla Chiesa Cattolica, prima fra tutte l'Unione Atei Agnostici Razionalisti
Potremmo far notare che tale associazione atea percepisce il 5x1000 e che più volte a chiesto di essere inclusa nell'elenco dei beneficiari dell'8x1000 in quanto la scelta di non credere in Dio è comunque paragonabile a una religione...
Arzigogolo filosofico o scaltrezza economica?
Al di là di queste frecciatine, rimane il fatto che vige una certa ignoranza sull'argomento, frutto anche di alcune manovre atte a inasprire i toni.
Molti addirittura hanno affermato che l'8x1000 si fonderebbe su errori matematici.
E' proprio così?
Vediamo insieme.
Prima di tutto occorre capire se si tratta di una donazione o no.
Sì e no.
Non si tratta di una donazione perché è una quota di imposta da pagare comunque.
Potremmo definirla (un po' impropriamente) donazione perché possiamo decidere a chi dare questi soldi.
Perché dare i soldi alla Chiesa cattolica, se uno non è cristiano?
Giusta osservazione.
Il punto è che nessuno è obbligato a darli alla Chiesa Cattolica!
C'è un ventaglio di possibili scelte comprendenti diverse religioni.
E se uno fosse ateo?
Esiste la possibilità di dare questa quota allo Stato.
Tutto perfettamente sensato.
Sarebbe folle la richiesta degli atei di non pagare.
Prima di tutto perché si tratta di una quota, non di una cifra in più.
In secondo luogo, vorrebbe dire creare una discriminazione religiosa.
Chiedere di non pagare l'8x1000 ha lo stesso senso di non voler pagare le tasse, insomma.
Nonostante questa possibilità di scelta, molti cittadini non esprimono preferenze.
Forse per indolenza, forse per disinteresse, forse per ignoranza.
Che dire?
La Legge non tollera ignoranza e se uno rinuncia al suo diritto di esprimere una preferenza, perde anche il diritto di lamentarsi, a mio avviso.
Il problema è che sono tanti: oltre la metà!
Come gestire il denaro di queste persone?
Lo Stato avrebbe potuto agire in modo poco onesto e intascare tutto, invece ha scelto una soluzione migliore:
mantenere la proporzione di chi si è espresso.
Il principio è lo stesso dei sondaggi: non si intervista mai l'intera popolazione, ma solo un campione e si presume che le percentuali siano le stesse...
Metodo impreciso, ma è attualmente il migliore che possiamo avere.
Questo ha suscitato le ire di molti anti-religiosi.
Perché un cittadino che non esprime una preferenza dovrebbe dare in automatico parte del suo denaro alla Chiesa Cattolica?
Obiezione insensata: basta dare una preferenza.
Esiste anche un'altra obiezione, ugualmente sbagliata, che si fonda su una certa ignoranza matematica.
Bisogna fare una premessa.
Il cittadino non dà direttamente il denaro al beneficiario che ha scelto.
La sua scelta viene considerata insieme a tutte le altre per calcolare una divisione percentuale dell'intero ammontare.
Molti lo trovano ingiusto, ma è un'osservazione senza senso.
All'interno del gruppo di chi ha espresso una preferenza, pagare direttamente o proporzionalmente è totalmente equivalente.
Un esempio.
Poniamo un gruppo di 100 persone che hanno espresso una preferenza.
Ognuna di loro deve pagare 10 euro.
80 hanno scelto la Chiesa Cattolica.
Se pagassero direttamente:
80 persone x 10 euro = 800 euro alla Chiesa Cattolica.
Se invece applichiamo la proporzione:
100 persone x 8 euro (ovvero 80% di 10 euro)= 800 euro alla Chiesa Cattolica.
Equivalente.
Spero che sia chiaro.
Molte persone non sono molto ferrate in matematica (o forse sono in palese malafede) e tendono a far notare -allarmati- un dato.
Se meno della metà dei cittadini hanno espresso una preferenza, com'è possibile che la Chiesa Cattolica intaschi oltre l'80% dell'8x1000?
Semplice matematica.
Considerando tutti i contribuenti, circa il 37% ha scelto la Chiesa Cattolica.
Tuttavia questo 37% sul totale equivale a oltre l'80% all'interno del gruppo che ha scelto.
Chi non si è espresso si deve adattare alla stessa percentuale.
Le cifre riportate oscillano da anno in anno, ma facciamo un esempio matematico (con cifre arrotondate!!!) per semplificare il concetto:
37% degli italiani hanno scelto Chiesa Cattolica;
46% hanno espresso una preferenza;
80% del totale viene dato alla Chiesa Cattolica.
37 : 46 = 80 : 100
Matematicamente chiaro.
Detto con parole semplici, 37 è grossomodo 80% di 46.
Il calcolo dell'8x1000 è quindi corretto e giusto.
Potremmo aggiungere che la religione è un aspetto fondamentale dell'esperienza umana e che la Chiesa Cattolica impiega buona parte di questo denaro per imprese caritatevoli e per mantenere un patrimonio artistico che attira milioni di turisti, arricchendo l'Italia (un investimento quindi)...
Qui però si sconfina nell'ideologia personale.
Quel che è certo è che la matematica dell'8x1000 è corretta... con buona pace dei provocatori che -pur di portare acqua al proprio mulino- non esitano a diffondere ignoranza.
§M§