Induismo e Buddhismo: lo scontro!
In Occidente, decenni di disinformazione (a partire da quella diffusa dalla spiritualità raffazzonata dei "Figli dei fiori") hanno portato a una visuale decisamente distorta delle religioni orientali.
In particolar modo Buddhismo e Induismo vengono viste come immacolate, ma in realtà ogni ideologia (religiosa e non) ha i suoi scheletri nell'armadio.
Queste due eccezionali e affascinanti religioni si sono scontrate su diversi piani.
L'Induismo (o più correttamente Sanātanadharma) è in realtà un insieme di religioni caratterizzate da un nucleo comune.
Pare che risalga a 3000 o addirittura 5000 anni fa.
Nel 566 a.C. nasce Gautama Buddha, un mistico che propone una versione eretica dell'Induismo, in seguito conosciuta con il nome di Buddha-śāsana o Buddhismo.
Volendo semplificare, potremmo dire che entrambe le religioni affermano che l'uomo è intrappolato nel Saṃsāra (il ciclo di reincarnazioni) dal quale può liberarsi mediante la conoscenza e la retta condotta, coerente col Dharma (Legge Cosmica).
Un altro concetto importante è il karma (principio di causa-effetto).
Le differenze? Poche, ma importanti.
Prima di tutto Buddha nega l'autorità dei testi sacri Veda.
In secondo luogo, nega l'esistenza di un Dio supremo e creatore.
Riconosce vari dei, ma solo come esseri superiori, anche loro intrappolati nel ciclo delle reincarnazioni: adorarli è per lui accettabile, ma non necessario.
Secondo Gautama, l'essere umano può raggiungere uno stadio spirituale di gran lunga superiore (il Buddha, per l'appunto).
Esistono poi altre differenze più sottili.
Per un lungo periodo il Buddhismo ha un gran successo in India: conquista le masse negando il valore delle caste e ha (stranamente) l'appoggio dei regnanti.
Dopo la caduta dell'Impero Gupta (320-650 d.C.) però si assiste a una frantumazione socio-politica del paese e ogni regione supporta una religione diversa.
Ciò determina un'ascesa delle diverse scuole induiste, un vero e proprio "revival".
Il Buddhismo perde l'appoggio politico-economico e con esso la popolarità.
Fortemente indebolito, verrà quasi cancellato dall'India dalle invasioni Unne, Turco-Mongole e Persiane, ma riuscirà a diffondersi in buona parte dell'Asia.
Lo scontro però non si limita al campo politico e a quello economico: inizia una vera battaglia teologica!
Gli induisti hanno tentato di capire come possa un'eresia così grave avere tutto questo successo.
La soluzione (proposta dalla maggioranza) è notevole e apparentemente contraddittoria: Buddha sarebbe una reincarnazione del Dio supremo Vishnu!
Come mai allora diffonde insegnamenti eretici?
All'inizio l'idea è che lo faccia per ingannare i demoni o coloro che non riconoscono i Veda o i brahmani (sacerdoti) troppo arroganti.
In seguito alcuni induisti ammettono che gli insegnamenti di Gautama sono in buona parte positivi e addolciscono la loro posizione: Vishnu si sarebbe incarnato in Buddha per avvicinare e salvare anche gli atei e gli infedeli.
Se gli induisti hanno cercato di inglobare tardivamente il Buddhismo, i seguaci di Gautama hanno azzardato ancor di più:
secondo loro Krishna (una delle incarnazioni di Vishnu e -secondo alcuni- la manifestazione stessa del Dio supremo) sarebbe stato, in una precedente reincarnazione, allievo di Buddha!
Entrambe le religioni dunque tentano di accaparrarsi un vantaggio, ma nessuna speculazione arriva a essere potente quanto quella che vede la nascita di Maha Rakta, nel Buddhismo Tantrico.
Per spiegarla, devo prima presentare alcuni personaggi.
Ganesha, il dio dalla testa di elefante, è forse il più popolare presso gli induisti: viene chiamato "Colui che rimuove gli ostacoli" o "Colui che esaudisce in fretta le preghiere".
Gautama stesso loda questo dio, così complesso e compassionevole.
Nessuno stupore che i buddhisti non abbiano abbandonato questa popolare figura, ma la sua immagine è resa controversa: da un lato è vista come divinità benefica, dall'altro come una sorta di demone.
Spesso viene raffigurato sottomesso, schiacciato da altre divinità buddhiste (Aparajita, Parnasabari o Vignataka), ma comunque sorridente: essendo un dio legato al sapere e alla cultura, ammetterebbe la sua inferiorità... questo secondo i buddhisti, ovviamente.
Un'idea pesante?
Può essere, ma il Buddhismo Tantrico non si è fermato qui, chiamando in causa un altro importante personaggio.
Avalokitesvara è forse l'entità più "buona" del Buddhismo.
Egli è un bodhisattva, ovvero una persona che avrebbe tutte le carte in regola per diventare Buddha, ma che rinuncia a tale passo pur di aiutare gli altri.
Non solo! E' il bodhisattva della compassione.
Non mi dilungherò nel raccontare tutte le caratteristiche e le storie riguardanti Avalokitesvara (così come ho sorvolato su quelle di Ganesha).
Il punto madornale è che -secondo il Buddhismo Tantrico- Avalokitesvara avrebbe ucciso Ganesha e, non contento, avrebbe indossato la sua testa, prendendo il nome di Maha Rakta!
Come è possibile?
L'entità più buona del Buddhismo avrebbe massacrato l'entità più buona dell'Induismo?
Nessun testo spiega il perché di questa azione, quindi -come storico- mi devo fermare qui;
come persona invece posso azzardare qualche ipotesi, facendo ben presente che si tratta di mie personali speculazioni.
Da un certo punto di vista appare evidente il desiderio dei buddhisti di affermare la superiorità della loro religione, ma la cosa forse non si esaurisce in un'orgia di violenza teologica.
Avalokitesvara infatti non si limita a uccidere Ganesha: indossa la sua testa e si fonde con lui dando vita a una nuova entità.
E' solo un tentativo di assorbire una popolare divinità?
Non credo.
Secondo alcuni buddhisti, adorare un dio -per quanto buono- è comunque un'attività che allontana dall'Illuminazione.
Ganesha quindi deve essere eliminato.
Tuttavia è così buono (e popolare) che merita di rinascere come aspetto del più venerato dei bodhisattva!
L'idea funziona?
Solo parzialmente: Maha Rakta viene inquadrato come una delle Tre Divinità Rosse, ma non raggiunge la potenza e la popolarità dei suoi due "componenti".
Alla fine, dopo questo fitto scambio, chi ha ragione?
Chi "vince" tra Induismo e Buddhismo?
Ovviamente dare una risposta è impossibile. Sarebbe anche scorretto.
Tuttavia non posso fare a meno di notare che oggi oltre l'80% dei buddhisti crede a una matrice esistenziale, un essere eterno, onnipotente, onnisciente, che parla al cuore di tutti gli esseri umani.
Secondo alcuni buddhisti indonesiani e tibetani, questo essere è pure Creatore.
Gli atei occidentali che hanno strumentalizzato il Buddhismo gradiranno poco questa evoluzione.
Intanto Vishnu sorride.
§M§