Anubi e Bata.
"Storia di due fratelli" è un racconto egizio che risale al XIII secolo avanti Cristo.
Qualcuno -molto impropriamente- l'ha definita "la più antica favola del mondo".
Il papiro che la riporta è stato scritto da Inena ed è appartenuto al faraone Seti II.
Lasciate che vi racconti questa storia.
Anubi vive con sua moglie e col fratello minore Bata.
Sono poveri contadini e al docile Bata sono affidati i compiti più umili: pulire le stalle, badare alle attività domestiche e alla maggior parte dei lavori agricoli...
Un giorno, durante la semina stagionale, Anubi si accorge di aver finito la scorta di semi e manda il fratello a casa per recuperare il necessario.
Arrivato a destinazione, Bata vede la bella cognata intenta a pettinarsi i lunghissimi capelli neri e ne rimane rapito.
E' però rispettoso e -forse per togliersi i cattivi pensieri- le chiede di andare a prendere i sacchi di semi.
Lei è viziata e rifiuta, così Bata decide di fare lui il lavoro e si carica fino all'inverosimile, forse mosso dal desiderio di fare colpo.
In effetti la donna è impressionata a tal punto da decidere di provarci col giovane cognato, assicurandogli che Anubi non lo verrà mai a sapere.
La proposta suscita lo sdegno del nostro protagonista: una donna occupata che prova a sedurre un altro uomo?
Questo è un atto imperdonabile che viola la Legge di Maat!
Nonostante lui trovi incredibilmente attraente la donna, ha un Onore e rifiuta, ben conscio che accettare una tale proposta sarebbe un atto gravissimo e disgustoso.
Ne nasce un alterco, che fortunatamente pare esaurirsi in breve tempo.
La donna però non accetta il rifiuto e cova vendetta.
La sera i tre cenano insieme come sempre, ma nel cuore della notte la moglie racconta ad Anubi di essere stata insidiata da Bata!
Il marito le crede e giustamente decide di vendicare il suo Onore, uccidendo il fratellino.
Il giorno dopo si nasconde nella stalla col chiaro intento di trafiggerlo con una lancia.
Bata però ha il potere di comprendere il linguaggio degli animali e viene avvisato dalle vacche.
Si dà alla fuga, inseguito dal fratello.
A questo punto interviene niente di meno che il padre degli dei, Ra, che fa apparire un fiume infestato da coccodrilli fra i due.
Bata approfitta dell'occasione per raccontare come realmente si sono svolti i fatti e -per mostrare la sua buona fede- si mutila dell'organo genitale, che viene ingoiato da un pesce.
Ancora una volta viene chiarito che l'Onore vale più della lussuria!
Anubi finalmente capisce ed è divorato dal senso di colpa.
Bata decide di partire per il Paese del Pino/Valle dei Cedri (il Libano), ma prima snocciola una serie di profezie:
dice che abbandonerà il cuore su un albero; se un giorno dovesse morire, la birra contenuta in una brocca fermenterà improvvisamente e allora Anubi dovrà trovare questo cuore e metterlo in un recipiente pieno d'acqua: solo così Bata tornerà in vita e potrà vendicarsi.
Anubi -dopo aver ascoltato attentamente queste parole- torna a casa e uccide la moglie.
Non solo!
Decide di darne le carni in pasto agli sciacalli, in modo che il suo spirito non trovi mai pace.
L'autore del testo rincara la dose non citando mai il nome della donna, affinché se ne perda il ricordo.
Nessuna punizione è troppo grave per chi mente e tradisce!
Bata ora vive nella Valle dei Cedri, in una semplice capanna.
Un giorno riceve la visita inaspettata dei nove grandi dei!
Osiride e la moglie Iside, Seth e la moglie Nefthi; i loro genitori Geb e Nut; i nonni Shu e Tefnut e il bisnonno, il grande demiurgo Ra!
Essi informano Bata della fine della cognata.
Ra in persona ordina al creatore di esseri umani Khnum di plasmare una moglie per il buon Bata, colui che ha resistito alla lussuria ed è quindi uomo degno.
Khnum ha molto affinato la sua arte nel corso dei millenni e la donna creata è bellissima.
Dopo una dolce luna di miele, Bata confida alla fanciulla di non avere più il cuore e di essere dunque vulnerabile.
La cosa lo rattrista perché avverte una imminente minaccia proveniente dal mare e sa che lui non saprà proteggere l'amata moglie.
La profezia è destinata ad avverarsi.
Un tronco trasportato dalle onde giunge fino alla loro casa e strappa una ciocca dei meravigliosi e profumati capelli della compagna divina, per poi sparire in mare.
Il legno giunge fino alla spiaggia dell'Egitto, proprio dove i lavandai reali sono indaffarati nella loro abituale mansione.
Il profumo della ciocca di capelli è così intenso da impregnare le vesti del faraone che -estasiato- chiede informazioni.
A questo punto il regnante ricorda una profezia:
qualora una ciocca di capelli profumati fosse giunta fino al suo regno, allora avrebbe avuto la certezza che quella apparteneva a una figlia di Ra, la donna che avrebbe sposato.
Allestisce dunque una spedizione per trovare e sedurre la donna.
Fino qui, il faraone è mosso da pensieri puri, ma perde la sua innocenza quando scopre che la ragazza è già sposata e -nonostante ciò- rifiuta di desistere.
Dopo un primo infruttuoso tentativo, decide di corrompere la fanciulla con doni sfarzosi e la promessa di favori ancora più grandi.
La moglie di Bata cede alla tentazione e abbandona il marito.
Divenuta la favorita del faraone, assaporerà tutti i vantaggi di questo ruolo.
Il sovrano viene a conoscenza della debolezza del rivale e decide di stra-vincere, facendo abbattere l'albero che sostiene il cuore di Bata, uccidendolo.
Non solo gli ha rubato la moglie, ma decide anche di danneggiarlo, approfittando della sua posizione.
La sua condanna morale è totale.
Dopo la morte di Bata , Anubi nota che una brocca di birra fermenta all'improvviso, in modo del tutto inaspettato.
Ricordando le parole del fratello, decide di riscattarsi: ha finalmente occasione di pagare le sue colpe e cancellare l'invalidante senso di colpa.
Abbandona tutto e si mette in viaggio.
Occorrono anni di ricerca, ma alla fine trova il cuore del fratello e lo pone in una brocca d'acqua.
Il miracolo si compie: Bata torna in vita!
Il protagonista si trasforma in un toro e -col fratello in groppa- galoppa fino in Egitto.
Il faraone, impressionato dalla maestosità dell'animale, decide di acquistarlo.
Il toro diventa dunque il preferito fra gli animali della corte e viene accudito e onorato in ogni modo.
Bata però decide di rivelare la sua identità alla moglie.
Lei nuovamente lo tradisce: una volta fatto ubriacare il faraone, gli estorce la promessa di sacrificare la bestia agli dei.
Una volta tornato sobrio, il regnante si pente amaramente delle sue parole, ma una promessa è sacra e non può mai essere rotta, in nessuna circostanza!
L'animale è dunque sacrificato durante una grandiosa cerimonia, ma Bata lascia cadere due gocce di sangue in prossimità del portale d'accesso del cortile della mattanza.
In una sola notte, da quelle gocce di sangue nasce una doppia persea (una pianta simile all'avocado).
Il fatto è ritenuto miracoloso e il faraone decide di trapiantarla in un giardino dove la coppia reale si reca nei momenti di riposo.
Nuovamente il povero Bata - ora pianta- decide di rivelarsi alla moglie,
Ancora una volta la donna decide di usare le sue doti seduttive per convincere il faraone a costruire mobili con il legno delle due piante.
Durante le operazioni dei falegnami però, si stacca una minuta scheggia che incidentalmente la regina ingoia.
E' tempo di una nuova metamorfosi!
Il minuscolo frammento di legno si fa strada nel corpo della donna e diventa un feto.
Il faraone - del tutto ignaro- è felice di avere finalmente un erede.
Dopo qualche anno, il povero Bata è dunque nuovo faraone dell'Egitto!
Giunto al potere decide di vendicarsi della donna.
L'autore del papiro non ci dice la punizione (ma non è difficile immaginarla) ed evita di citare i nomi della donna e del faraone, che vengono dunque puniti con l'oblio, la più terribile fra le pene: si vive finché si è ricordati da qualcuno!
Bata, memore della sua povertà, diventa un grande faraone, amato ed efficiente.
Sfruttando le miniere della Nubia, fa un grande uso dell'oro nei monumenti.
Una volta morto, suo fratello Anubi erediterà il trono e il ruolo divino.
Pur con mille sconvolgimenti, l'equilibrio -così caro alla religione egizia- è finalmente ristabilito.
§M§